Category: Amicizia


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Contatti digitali

Conversazione via Facebook Email nell’Era della Digitalizzazione, della Globalizzazione ed

Internettizzazione dell’Esistenza 

Ragazzi anormali si scrivono a distanza…

di Irene Ramponi

Una ragazza italiana migrante in Olanda scrive all’amico lontano, in risposta alla piccola email che l’amico stesso le ha appena mandato. Nella sua lettera ci fornisce il suo punto di vista sulla vita nel Nord Europa, in Germania ed Olanda in particolare, ci da’ uno spaccato della sua vita di migrante alla ricerca di se’ stessa, in un viaggio senza vento…e senza Tempo (cit. Timoria, Viaggio Senza Vento, Polygram, Giugno/Luglio 1993). Qui ne viene presentato uno stralcio veloce.

“Le medicine tradizionali sono efficaci, certo, ma sempre robaccia chimica rimangono, che costa cara e serve molto ad arricchire le multinazionali farmaceutiche…Ecco perche’ apprezzo quei medici che si rifiutano categoricamente di prescrivere farmaci allopatici come caramelle! […]. Ora vivo sulla linea di confine tra Olanda e Germania, quindi ho tutto il meglio da entrambe le parti: Birra e Cibo dalla Germania, qualita’ a buon prezzo, divertimenti a non finire, stile di vita libero e piu’ rilassato, piu’ sussidi dallo stato se sei disoccupato, artista, creativo, nullatenente, proletario, sottopagato o semplicemente disperato…Qui i senza tetto non esistono perche’ ognuno ha IL FOTTUTO SACROSANTO DIRITTO AD AVERE UNA CAZZO DI CASA!!! Un cazzo di posto dove stare che non sia sotto i ponti…[…]. Ma ovviamente ci sono severi canoni di meritocrazia, mica la danno a tutti, la casa intendo…Nonostante quasi tutti lavorino e la disoccupazione sia irrilevante, il tenore di vita e’ ottimo, la gente e’ rilassata,  fa festa tutte le sere, senza limiti di orario o scuse tipo che deve andare a letto presto perche’ il giorno dopo deve lavorare…[…]. Qui trovi gente di tutti i tipi, tutta simpaticissima:dai punkettoni old school, agli hardcore warriors, dai techno addicted ai metallari, dai red skin che legnano i nazi, quasi nessun hausettaro…Ma anche molti vecchietti comunicativi con tutore, come mio nonno potrebbe essere, qualche impiegatuccio e, come direste voi, per chi NE VUOLE, ce n’e’ davvero per tutti i gusti…No proibizionismo!!!  E soprattutto, non c’e’ il fottuto Vaticano in casa a rompere i coglioni…

Insomma, Paradies Land o Fantasylandia, che dir si voglia…Io collaboro all’allestimento di mostre, studio e miglioro il tedesco e l’inglese, faccio lavoretti di arti minori che poi vendero’ in qualche mercatino, dipingo quadri, scrivo, leggo, giro per mostre e citta’…Insomma, una bella vita, quella che ho sempre sognato…E per tutto questo devo ringraziare il mio ragazzo, tedesco purosangue, che ho conosciuto al matrimonio di mio cugino; praticamente mio cugino di sangue ha sposato la sorella del mio ragazzo, e noi due ci siamo conosciuti al pranzo di matrimonio, agli inizi di maggio…Abbiamo conversato un po’, e poi, siamo rimasti in contatto via Internet…Lui poi e’ tornato in Italia a trovarmi, abbiamo passato del tempo insieme…Intanto il mio lavoro in casa editrice andava a rotoli, ed ero sull’orlo di una crisi di nervi…Ho cosi’ deciso di cercare lavoro in Germania, in Renania Vestfalia, parte Nord Ovest della Germania, in cui le piu’ grandi citta’ sono Dusseldorf, Colonia, Aachen, ed, in seconda battuta, Duisburg (dove hanno fatto la Love Parade del 2010, dove e’ morta tutta quella gente…). Beh, insomma, io stavo a Duisburg, come ragazza alla pari, dovevo curare quattro mocciosi terribili, due gemelli iperattivi e psicotici, e due ragazzine isteriche e con disturbi alimentari…Ok, avevo una stanza tutta per me, dove pero’ non mi era permesso bere e fumare…Assolutamente peggio della Colonia Ticino, dove almeno ci divertivamo… I miei “carcerieri”, ovvero la famiglia per cui lavoravo e facevo da babysitter, era composta da una donna rossocappelluta, con testa di medusa, bocca di vipera, occhi verdi da Maga Circe, nana e totalmente incapace come mamma, quindi, totalmente esaurita, nevrotica, isterica, iperattiva, la classica impiegatucola borghese, che si lamenta perche’ il marito non porta a casa abbastanza soldi; come se non bastassero quelli che guadagna gia’ come avvocato penalista…Fai un po’ te…Il marito incarnava il tipico tipo di uomo di destra, rosso, obeso e rubicondo, perennemente a dieta, senza mai perdere peso e, obbligato dall moglie, non poteva bere…E la moglie non gliela dava…Insomma, mi sono messa in un bel casino!!! Il mio ragazzo ha fatto di tutto per portarmi a vivere con lui al confine tra Olanda e Germania…Ho resistito tre mesi, di cui 2 senza essere pagata…Si’, pagata ma con le mazzate ricevute dai gemelli e a suon di umiliazioni e prese per il culo dalla quella puttanazza della madre di casa, Susanne, ho deciso di mandarli affanculo, o meglio, il mio organismo ha ceduto e mi hanno ricoverata in ospedale una mezza giornata, sotto valium o non so quale altro tranquillante…Nella lettera di dimissioni, hanno scritto che quel lavoro non faceva per me, e che quindi dovevo rinunciarvi…Ho preso armi e bagagli ed ho levato le tende!!! Sono stata a Duisburg dalla meta’ di luglio ai primi di ottobre, da li’ in poi, mi sono trasferita a Kerkrade, in Olanda, a casa del mio ragazzo, proprio al confine con la Germania…Praticamente, solo attraversando la strada, sei gia’ in Germania! Pensa che noi andiamo a far la spesa a piedi…Abbiamo un appartamento di 4 locali, una specie di piccolo centro sociale/circolo arci/Bed&Breakfast all’occorrenza (solo per i turisti, per gli amici l’ospitalita’ e’ gratuita ovviamente!!! ), che e’ anche la nostra casa allo stesso tempo…Ci manca solo la fermata di Macondo Express all’ingresso e abbiamo tutto…Si’, vita molto punkabbestia, ma mi piace, quindi, me ne sbatto di cio’ che dice la gente e vivo meglio…Finalmente vivo per me stessa…Ovviamente con le difficolta’ economiche connesse, ma e’ il prezzo da pagare per la propria indipendenza e conseguente liberta’ di non dipendere da nessuno e di camminare sulle tue gambe, senza rimpianti, risentimenti e sensi di colpa verso parenti, amici, conoscenti ed ex…Ti diro’, sto da dio da quando ho mollato quel mollusco del mio ex, il musicista incompreso, il narcisista del cazzo che pensa di non valere una sega, che sa di non avere le palle, che ha paura di tutto…Ma di fronte agli amici ed ai compagni di merenda, beh, diventa la persona piu’ brillante, piu’ simpatica, piu’ compagnona del mondo…Bleah, che sbocco!!! Ne ho avuto la nausea…Come cazzo fai a convivere da un anno e mezzo e stare quattro mesi senza un minimo di affettivita’??? E senza una coccola, e senza nemmeno un semplice e fraterno abbraccio…Boh, io non lo so, ma tutti gli amici maschi con cui ne ho parlato mi hanno detto che non e’ fottutamente normale…E cosi’, l’ho mollato e sono stata meglio!!! Ovvio che lui mi ha rinfacciato un sacco di cose, nonche’ sparlato alle spalle, ma, detto sinceramente, fotte eminentemente sega…Beh, questa e’ la mia storia…Scusa se mi sono dilungata, ma era da un po’ che non ci sentivamo, quindi volevo spiegarti un po’ com’era andata, tutto qua…Dimmi che non hai impegni il 2 luglio 2013! :-D”.

Da Il Giornale di Vicenza, 14/02/2012

Il contrabbasso. Può “cantare”, il contrabbasso? Con quella sensazione di “ottava sotto”, come la subottava dell’organo, il registro di Subbasso che tra le canne è il più dolce e misteriosamente penetrante. Nell’orchestra è il fondamento. “Una fila di contrabbassi a dire il doloroso tormento delle passioni”, confidava Puccini agli amici che nella casa di Torre del Lago assistevano all’orchestrazione di Bohème. “Il contrabbasso prosegue nel violoncello che prosegue nella viola che prosegue nel violino: questa è la sequela degli archi” si recitava nella Scuola di Avviamento Professionale, la “Rude scuola del popolo” voluta da Mussolini, dove per un’ora la settimana si studiava “Musica e Canto”. Anche Mario Rigoni Stern si è formato nella Scuola di Avviamento, e avrà recitato a memoria “la sequela degli archi”.
A Padova, la musicale famiglia Valdettaro e Scarlino propone il CD “Tre per Attila”, titolo giocoso, spiritosa dedica-pretesto al tenero cagnolino domestico, Attila. Ines Scarlino, pianista, insegnante al Pollini, con uno stuolo di allievi diplomati affermati nel mondo musicale. Giambattista Valdettaro, il marito, anch’egli insegnante al Pollini, per lungo tempo violoncellista dei Solisti Veneti, poi in altre prestigiose formazioni orchestrali sinfoniche. Il figlio Riccardo, diplomato in contrabbasso, già avviato all’insegnamento e al concertismo con un repertorio di musiche rare, meglio dire trascurate dall’ufficialità dei programmi. Può cantare, può avvincere, il contrabbasso? Certamente. E si pensa subito a Giovanni Bottesini. Claudio Scimone si distingue tra i direttori d’orchestra anche per la capacità di cercarle, queste musiche dimenticate; infatti, include spesso Bottesini, compositore amico di Giuseppe Verdi, nei suoi concerti in tutto il mondo. Del virtuoso contrabbassista, direttore d’orchestra alla “prima” dell’Aida al Cairo il 24 dicembre 1871, poi direttore del conservatorio di Parma, inventore della moderna tecnica contrabbassistica con innovazioni geniali, nato a Crema nel 1821, Riccardo Valdettaro propone l’Elegia in re e il poderoso Capriccio di bravura per contrabbasso e pianoforte. E stupisce, oltre la tecnica, il suono sempre intenso e morbido, che porta a pensare immancabilmente alla simpatica “sequela” degli strumenti ad arco. L’incisione si apre con Piéces en concert per violoncello e pianoforte, cinque genialissimi quadri del grande François Couperin, il grande clavicembalista e organista parigino. Giambattista Valdettaro e Ines Scarlino propongono anche, con mirabile intesa, le Dodici Variazioni di Beethoven dal Giuda Maccabeo di Haendel. La pregevole pubblicazione, che si può cercare nel catalogo di Velut Luna, l’affermato tecnico dei suoni e produttore padovano, si chiude con un’altra rarità, il Duetto per contrabbasso e violoncello di Gioachino Rossini. In tre movimenti, Allegro, Andante con moto, Allegro, per un’ampia durata sonatistica, il Duetto conferma la felicità tematica rossiniana e insieme la brillantezza tecnica, ma anche la maturità interpretativa di Giambattista e Riccardo Valdettaro, padre e figlio, divertiti, forse, anche dallo stupore domestico di Attila.

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Chi è Riccardo Valdettaro

Nasce a Padova il 15 febbraio 1979.

si è diplomato nel 2007 con il massimo dei voti  presso il Conservatorio di Rovigo “F.Vanezze” sotto la guida del M° Ubaldo Fioravanti.

Nel 2004, 2005, 2006 e 2007 ha frequentato i corsi internazionali di perfezionamento (sempre tenuti dal M° Ubaldo Fioravanti ) della Fondazione Musicale S.Cecilia di Portogruaro (suonando al concerto di fine corso degli studenti, in veste di solista). Nel 2004 ha frequentato il corso d’interpretazione dello stile barocco tenuto dai Maestri Ubaldo Fioravanti ed Enrico Casazza per la “Giovane Accademia Musicale Veneta”. Ha frequentato le Masterclass dei Contrabbassisti: Gabriele Raggianti, Giuseppe Ettorre, Libero Lanzillotta, Antonio Sciancalepore.

Successivamente studia per un anno con il M° Riccardo Donati al Conservatorio “Lucio Campiani” di Mantova e dal 2007 è inscritto all’Accademia di  alto perfezionamento “Walter Stauffer” di Cremona sotto la guida del M° Franco Petracchi seguendo anche i corsi estivi di perfezionamento del Campus Internazionale di Musica di Sermoneta (sempre tenuti dal M° Franco Petracchi e suonando anche qui al concerto di fine corso degli studenti, in veste di solista).

Nel 2004 e nel 2005 ha fatto parte dell’Orchestra regionale dei conservatori del Veneto (O.R.C.V.) diventandone poi primo contrabbasso nel 2006. Nel 2005 vince il 2° premio della categoria A (corsi inferiori) della rassegna d’archi “Mario Benvenuti” di Vittorio Veneto, nel 2006 è finalista alla medesima rassegna della categoria B (corsi superiori) (nessun premio assegnato), nel 2007 vince il primo premio della categoria B (corsi superiori) alla medesima rassegna. Sempre nel 2007 vince l’audizione tenuta dal Conservatorio di Rovigo per esibirsi in veste di solista in qualità di migliore allievo e suona il Concerto in Si minore di G.Bottesini accompagnato dall’ Orchestra del Conservatorio. Nel 2008 riceve un Diploma d’Onore al concorso internazionale T.I.M. (torneo internazionale di Musica). Nello stesso anno riceve un premio speciale al prestigioso concorso di esecuzione per Contrabbasso “Werther Benzi”.Viene regolarmente chiamato a collaborare con l’orchestra di Padova e del Veneto (anche primo contrabbasso), orchestra Filarmonia Veneta, orchestra delle Venezie diretta da Giovanni Angeleri (anche primo contrabbasso), orchestra Vanezze (primo contrabbasso), Giovane Filarmonica Veneta (primo contrabbasso), Accademia dell’Orchestra Mozart  diretta da Enrico Bronzi, ecc…

Figlio d’arte, si esibisce con i genitori (la pianista Ines Scarlino e il Violoncellista Giambattista Valdettaro) oltrechè in vari gruppi cameristici, orchestre, e in veste di solista.

Attualmente studia sotto la guida del M° Franco Petracchi.

Rock En Rose

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Mi chiedo come andrà a finire…Dopo innumerevoli sbattimenti fallimentari con band di merda che non meritano nemmeno di essere considerate tali, dopo aver incontrato gente infame che pensa di suonare bene, quando in realtà dovrebbe andare a scuola di umiltà, dopo notevoli inculate sotto molti fronti (da chi ti dice che non servi perché “i coinvolgimenti emotivi tra musicisti dello stesso gruppo non fanno bene”, a chi ti dice che sei troppo seria ed impostata per cantare un certo genere…), siamo ammessi a Rock En Rose, sul palco di Palazzo Granaio, palco molto ambito e, a volte, non sempre raggiungibile da tutti.

Viene fuori quest’occasione, un contest per band che abbiano almeno una componente donna e cantantesse emergenti…Dopo una gavetta di qualche anno e continue lezioni di canto e di umiltà insieme alla mitica Fiorella, ci troviamo a cantare insieme, esperienza che abbiamo già fatto durante i concerti all’Accademia di Castellanza, preparati con molto studio, prove e sacrifici…Siamo io, Gaia e Francy Francy alle voci, a cui poi si aggiunge Alice, giovanissimo fenomeno alla chitarra classica (che tira in mezzo anche un suo amico, con cui vive quasi musicalmente in simbiosi) e poi Marco, bassista hard rock da parecchi anni, che si presta ad accompagnarci nella ritmica…

Il progetto è messo in piedi in poco tempo…In esso deve risaltare l’elemento voce, come preponderante, e poi, l’elemento femminile…Tre cantanti donne che si esibiscono in acustico non passano di certo inosservate…Nascono le The Satin Dolls, nome ispirato ad un pezzo del grande Duke Ellington…Inizialmente doveva essere un progetto in rappresentaza della Scuola, ma poi si decide di farci le ossa da sole e provare questa esperienza…

Non sappiamo come andrà a finire, ma di certo ci metteremo tutto l’impegno, la buona volontà, lo spirito di corpo e la fiducia in noi stesse; è questo che ci ha insegnato ad essere l’Accademia Musicale, che oltre ad essere Scuola di Musica, è anche Scuola di Vita, essendo un valido aiuto per formare le nostre personalità a volte alla deriva e per fortificarci il carattere…

Ringraziamo Lela Rose Produzioni per aver messo in piedi tutto questo! Ringrazio poi personalmente chi mi ha sostenuta, prendendo parte o semplicemente partecipando emotivamente al progetto, o abbracciando a piene mani la propria partecipazione; inoltre ringrazio la Silligan, che per me è stata veicolo di nuovi orizzonti e nuove aperture mentali… 😉

Noi ci saremooooo!!!

È il “sogno” il filo conduttore del “capodanno dell’estate italiana” in programma venerdì 1 luglio lungo i 110 km della Riviera Adriatica dell’Emilia Romagna animato da tanta musica e nomi internazionali, dove non mancheranno la magia, la letteratura, l’arte, la danza e la pittura. La festa proseguirà per tutto il fine settimana.

 

Per muoversi poi facilmente da un punto all’altro della costa, tra Rimini e Ravenna correranno anche treni speciali gratuiti composti da carrozze “storiche” trainate da vecchie, ma pienamente funzionanti, locomotive elettriche. I biglietti saranno distribuiti negli Uffici di Accoglienza Turistica (IAT) e serviranno da prenotazione.

 

In apertura de La Notte Rosa riminese salirà sul palco Francesco De Gregori, con il suo celebre ed amato repertorio, seguito dalla graffiante voce di Noemi e dall’attesissimo concerto all’alba sulla spiaggia di Riminiterme con Raphael Gualazzi e il trombettista Fabrizio Bosso.

 

Sulla spiaggia di Bellaria, dopo mezzanotte, ad intrattenere il pubblico saranno prima i Pooh, con i loro più celebri successi, e a seguire Chiara Canzian che presenterà il suo nuovo disco.

 

Sabato 2 luglio palcoscenico riminese anche per Teresa Salguiero, voce dei Madredeus, mentre domenica 3 sarà la volta di Joan as Police Woman, suadente voce rock che presenterà a Rimini il suo nuovo album “The Deep Field”.

 

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A Riccione, sabato 2 luglio andranno in scena i finalisti dell’edizione 2011 di “Amici”, con special guest Alessandra Amoroso, mentre a Cattolica venerdì 1 concerto dei Grammar School, la band anglo-italo-americana (protagonista sabato sera a Montefiore Conca) con il suo repertorio di classici del pop-rock del XX secolo, e domenica grande attesa per il re del pop latino, Ricky Martin, con la seconda tappa italiana del suo tour.

 

A Cesenatico venerdì 1 luglio saliranno sul palco di “Radio Bruno Estate” Enrico Ruggeri e Paolo Belli con la sua band, mentre è dedicato alle musiche da film del compositore Henry Mancini, riarrangiate in chiave jazz, il concerto all’alba sulla spiaggia del molo di Levante con il Martina Grossi Trio.

 

A Cervia sarà di scena la world music, con l’esibizione di Natacha Atlas e i Transglobal Underground direttamente dal cartellone di Ravenna Festival 2011, che sempre venerdì 1 luglio, a Ravenna, proporrà anche “The Magic Flute – Impempe Yomlingo”, con la storia di Schikaneder ambientata in un sobborgo di Cape Town.

 

Musica internazionale anche a Milano Marittima, con il repertorio jazz e pop dell’Aries Percussion Ensemble, gruppo di giovani musicisti dalla Repubblica Ceca.

 

A Lido di Volano appuntamento per i nostalgici della musica italiana anni ’60 e 70’, con Riccardo Fogli, storica voce dei Pooh, Ivana Spagna e Paolo Mengoli, mentre Carmen Russo si esibirà in compagnia del suo corpo di ballo sulle coreografie di Enzo Paolo Turchi.

 

A Lido delle Nazioni, sabato 2 luglio, saliranno sul palco Marco Carta e The Bastard Sons of Dioniso.

 

Ma il “sogno” è anche magia, letteratura, arte, danza, pittura.


La Notte RosaIl passaggio del Rex sognato da Fellini prenderà corpo con il viaggio inaugurale di “Costa Favolosa”, ultima nata della flotta di Costa Crociere, che venerdì sera, tutta illuminata a festa, comparirà davanti alla riviera romagnola in tutta la sua maestosità, creando un’atmosfera magica da favola felliniana, per poi fare tappa a Cattolica, dove a mezzanotte Costa Crociere offrirà un eccezionale spettacolo pirotecnico che nascerà dal mare.
Sabato 2 Rimini propone il reading di Claudio Santamaria (il celebre “Dandi” del film Romanzo Criminale) e il cortometraggio del pittore e cineasta Gianluigi Toccafondo, entrambi dedicati a Piepaolo Pasolini nell’ambito del festival Assalti al Cuore. Mentre domenica sera, sarà la volta dello spettacolo di Betrand Sallè con la proiezione delle sue opere legate al tema del sogno, accompagnate da un “live set” realizzato per l’occasione da Malvina Meinier al pianoforte e Vincenzo Vasi al “Theremin”. Da non perdere anche “Fellini…per caso”, itinerario inedito e semiserio nei luoghi del Maestro condotto venerdì 1 da Patrizio Roversi, tra gli interpreti de La voce della luna (1990).

 

Magia e sogno anche a Cattolica, che venerdì ospiterà in centro “Incanti Marini – La dama della notte”, lo spettacolo-evento della Compagnia Teatrale Corona, suggestivo show tra danza e acrobazia dedicato al mondo sommerso, e a Misano, con “Maraviglia”, performance tra balletti aerei e imponenti macchine sceniche della compagnia Sonics.

 

Sempre a Cattolica venerdì sera l’astrologo Marco Pesatori accompagnerà il pubblico del suo spettacolo “La poesia dello zodiaco” tra pianeti, decadi e quadri astrali con il suo linguaggio ironico e appassionato, mentre Riccione ospiterà per tutto il weekend due esposizioni tra Graffiti Art e pittura e fotografia del ‘900.

 

San Mauro Mare sarà teatro, venerdì, del 1° Festival Internazionale di Magia, che vedrà la partecipazione di maghi e maghe da tutta Europa, mentre a Bellaria, sabato sera, saranno protagonisti assoluti i più piccoli, con La Notte Rosa dei Bambini, con l’Isola dei Platani invasa da giochi, animazioni, spettacoli e laboratori.

 

A Cesenatico venerdì sera il grattacielo diverrà un enorme schermo sul quale 20 proiettori architetturali a gestione computerizzata e ad altissima luminosità riprodurranno spezzoni di celebri pellicole, mentre a Lido di Volano risate a non finire con gli Oblivion, direttamente da Zelig con i loro romanzi storici “in pillole”, tra musica e recitazione, e un volto storico della comicità italiana, Andrea Roncato.

 

Tutta la riviera a mezzanotte in punto si “fermerà” per assistere al concerto di fuochi d’artificio che illuminerà a giorno 110 km di spiagge, da sempre uno dei momenti più attesi della Notte Rosa, che a Porto Garibaldi – nei Lidi di Comacchio – si potrà ammirare direttamente a bordo delle motonavi che usciranno al largo per l’occasione.

 

Informazioni e programma dettagliato sul sito dell’evento: La Notte Rosa

I veri amici amici sono quelli che non ci sono amici solo per comodità temporanea o abitudine ma che ci vogliono bene per davvero e conoscono ogni ventricolo del nostro cuore.
Essi sono come grandi fari d’amore che ci indicano la via per farci riemergere dalla selva oscura alla luce e a volte ci pungono per risvegliare quella sensibilità nel vivere la vita che abbiamo perso senza nemmeno accorgerci.
È grazie a loro, oggi come allora, che ci salviamo dalla selva di Dante, è grazie a loro che scopriamo la bellezza della vita e di questo mondo che nonostante sia corrotto è meraviglioso e che noi, invece di disboscarne le foreste naturali che possiede, dovremmo disboscare la forestache abita nelnostro cuore.

Che bello!!! Tra pochi giorni rivedrò il mare in estate!!! Anche se non saranno i Caraibi ma sarà quello di Rimini, a me va più che bene, anche perché è un modo per ritornare nella mia amata Romagna…

Voglio quindi festeggiare l’evento con una carrellata di foto dei Bagni Riminesi, una sconfinata distesa di vere e proprie oasi di mare, di sole, di sabbia, di divertimento, di sport, di relax, di spensieratezza…Un totale di 150 Bagni in una delle Riviere più amate, allegre, conosciute e goderecce…Per gentile concessione del fotografo Stefano Bittante…

NON VEDO L’ORA DI ARRIVARE!!! 🙂

ROMAGNA MIA, CHE MERAVIGLIAAAA!!! 🙂

 

John e Yoko sono solo l’esempio più famoso di quanto sia necessario essere in coppia per varcare a grandi falcate la porta dell’eterno successo musicale: se sei un musicista, avere la fidanzata fa.

Fa perché su di lei i fan possono riversare tutto il loro accanimento; possono odiarla, imitarla, perseguitarla. Possono darle della groupie, continuare a considerarla l’unica degna compagna del proprio idolo anche dopo che questo si è separato e risposato sei volte, possono insistere nell’incolparla di fallimenti musicali, assassini, cadute di stile, fissazioni new age.

Un capro espiatorio è indispensabile, soprattutto se molto fotogenico

Ho deciso di dedicare una paginetta alle mie amate bestiole, Batik e Jole, ovvero i miei due miciotti…Mai e poi mai avrei pensato che sarei arrivata ad avere un gatto; fin da quando ero bambina, infatti, mia mamma è sempre stata contraria ad ospitare animaletti in casa, eccezion fatta per pesci e tartarughe…Di gatti, cani, criceti o altro non se ne parlava!!!

Adesso ho una casa mia…Era da tempo che meditavo di prendere almeno un gatto; mi ha maggiormente stimolata un avvenimento successo al lavoro, ovvero il ritrovamento di un gattino di pochissimi mesi, spaventatissimo e denutrito, ma bellissimo e super-dolce; l’ha adottato la mia collega, anche se mi sarebbe piaciuto prenderlo io…Però, a conti fatti, il gattino piccolo deve essere seguito e, con il fatto che noi siamo fuori casa per gran parte della giornata, ci sarebbe risultato difficile accudirlo adeguatamente…Poi siamo in affitto, e magari il cucciolo scatenato potrebbe fare disastri…Ho comunque provato ad andare al gattile, ma non sono rimasta del tutto convinta…

Ma, quando si dice il destino, l’occasione è arrivata quando una mia vecchia amica e “compagna di sventure” mi ha detto che sua sorella dava via una gatta NERA CON GLI OCCHI VERDI!!! Non ci potevo credere, è sempre stato il mio sogno avere un gatto nero, alla faccia della superstizione!!!

E così sono andata a trovare la gatta Jolanda, già di 4 anni, ma molto timida e schiva…All’inizio non si è fatta trovare, poi è uscita e non vi dico che folli corse per prenderla…Nell’appartamento, in visibile stato di trasloco, c’era anche un altro gatto, Batik, dolcissimo e coccolosissimo, oltre che molto più socievole rispetto a Jolanda; ho chiesto alla padrona cosa avrebbe fatto di lui, e lei mi ha detto che non ne aveva idea, ma che, comunque, era costretta a darlo via…Io le ho detto che avrei potuto tenere sia lui che Jole, e lei, visibilmente felice, mi ha detto che l’avrei resa più tranquilla se i gatti fossero rimasti insieme, almeno in un ambiente nuovo si sarebbero tenuti compagnia…E così, detto fatto, li ho portati entrambi in quel di Saronno la sera stessa!!! E non me ne sono pentita…Finalmente c’è qualcuno a tenermi compagnia ed a coccolarmi quando sono sola… 🙂

Ed ora un po’ di aforismi e citazioni dedicate proprio ai gatti:

Aforismi e citazioni sui gatti
  • Guardare un gatto è come guarda il fuoco, si rimane sempre incantati.
    Giorgio Celli
  • Dio ha creato il gatto per dare all’uomo il piacere di accarezzare la tigre.
    Fernand Méry
  • Credo che i gatti siano spiriti venuti sulla terra. Un gatto, ne sono convinto, può camminare su una nuvola.
    Jules Verne
  • Le persone fanno molta fatica ad esprimere la loro personalità. Per un gatto di strada è una cosa facilissima: gli è sufficiente qualche spruzzatina qua e là, e la sua presenza nei giorni di pioggia rimane per anni.
    Albert Einstein
  • Quando la chiamavo fingeva di non sentire, ma arrivava un po’ dopo quando poteva sembrare che avesse deciso di venire spontaneamente.
    Arthur Weigall
  • Se gli animali potessero parlare, il cane sarebbe un tipo grossolano e senza peli sulla lingua; il gatto, invece, avrebbe il raro dono di non dire mai una parola di troppo.
    Mark Twain
  • Non è possibile possedere un gatto. Nella migliore delle ipotesi si può essere con loro soci alla pari.
    Sir Harry Swanson
  • Due cose al mondo sono esteticamente perfette: il gatto e l’orologio.
    Emile Auguste Cartier
  • Il gatto perde i peli soltanto in presenza di gente allergica.
    Garfield
  • Alla mattina me lo ritrovavo con la testa sul mio petto. Appena percepivo la sua presenza mi sentivo in pace. E’ completamente idiota. La complicità è difficile da spiegare. Il gatto rappresenta la libertà, quello che vuoi essere. Capisce tutte le tue pazzie, ti segue. Quando sei al colmo della felicità c’è sempre un gatto dietro.
    Gérard Depardieu
  • Uno scrittore senza un gatto è inconcepibile. Certo è una scelta perversa,poiché sarebbe più semplice scrivere con un bufalo nella stanza piuttosto che con un gatto. Si accucciano tra i vostri appunti, mordicchiano le penne e camminano sui tasti della macchina da scrivere.
    Barbara Holland
  • Un gatto è bellissimo da una certa distanza: visto da vicino è un’inesauribile fonte di meraviglia.
    Pam Brown
  • Non conosco il gatto. So tutto sulla sua vita ed i suoi misteri, ma non sono mai riuscito a decifrare il gatto.
    Pablo Neruda
  • Vieni sul mio cuore innamorato, mio bel gatto: trattieni gli artigli e lasciami sprofondare nei tuoi occhi belli, misti d’agata e metallo.
    Charles Baudelaire
  • Il gatto è imprevedibile ed ammaliante come un’orchidea selvaggia.
    Stanislao Nievo
  • Ho trovato che il mio amore per i gatti mi ha molto spesso aiutato a capire le donne.
    John Simon
  • Dormire insieme è un eufemismo quando si parla di persone, ma col gatto equivale ad un matrimonio.
    Marge Piercy
  • Anche i gatti in soprappeso conoscono per istinto la regola principale: quando si è grassi bisogna assumere pose da magri.
    John Weitz
    • Mi dà sempre un brivido quando osservo un gatto che sta osservando qualcosa che io non riesco a vedere.
      Eleanor Farjeon
    • Se un pesce è l’incarnazione del movimento dell’acqua, il gatto è la materializzazione dell’aria.
      Doris Lessino
    • Il rapporto con un gatto prevede una dedizione totale. Non può essere limitato a riempirgli la ciotola di cibo e a pulire la lettiera.
      Paul Corey
    • Mi era stato detto che l’addomesticamento con i gatti è molto difficile. Non è vero. Il mio mi ha addomesticato in un paio di giorni.
      Bill Dana
    • I gatti sono infinitamente più amichevoli dei cani. Avete mai visto un cartello Attenti al gatto?
      Leonard Grainger
    • Un gatto può risolvere un po’ tutto facendo le fusa.
      Donna McRohan
    • E’ con l’approssimarsi dell’autunno che i gatti indossano la loro più folta pelliccia e assumono un’aria suntuosa e di incantevole opulenza.
      Pierre Loti
    • Il miglior esercizio per un gatto è un altro gatto.
      Jo e Paul Loeb
    • I gatti sono gli inquilini del sole: dove c’è il sole, c’è un gatto.
      Vittorio G. Rossi
    • Guardando un gatto che lava un altro, non si è mai sicuri se si tratti di affetto, di gusto o di una prova di attacco alla giugulare.
      Helen Thompson
    • Il gatto è un lembo di notte arrotolato sullo spigolo di un tetto.
      Antonio Casanova
    • Il gatto obbedisce solo quando lo decide, sostiene che dormire gli permetterà di vedere le cose con più chiarezza e si fa le unghie su ogni cosa dove riesca a mettere le proprie zampe.
      Francois René de Chateaubriand
    • Fare le fusa sembra essere, nel suo caso, un dispositivo di sicurezza, una valvola per sfogare gli accumuli di felicità.
      Monica Edwards
    • D’accordo, i gatti tiranneggiano, strumentalizzano, condizionano i loro padroni, ma in cambio, offrono impagabili lezioni di saggezza.
      Julia Bachstein
    • Ogni gatto ha un’opinione ben precisa sugli esseri umani: non dice molto, ma questo è sufficiente a non farvi venire voglia di ascoltare altro.
      Jerome K. Jerome
    • I cani mangiano. I gatti pranzano.
      Ann Taylor
    • Guardi con quei brillanti, languidi segmenti di verde e raddrizzi le tue orecchie di velluto ma ti prego non affondare i tuoi nascosti artigli.
      John Keats
    • Gatto: lo si potrebbe definire lo scaldamani delle poverette.
      Carlo Dossi
      • Un gatto non chiede, prende.
        Garfield
      • Non c’è alcuna necessità di insegnare ai gatti come divertirsi poichè essi sono dotati di ineffabile ingegno in questa arte.
        James Mason
      • Il tempo del gatto è perfetto, si allarga e si stringe come la sua pupilla, concentrico e centripeto, senza precipitare in alcun affannoso stillicidio.
        Claudio Magris
      • Dalle dolci note della sua lingua melodiosa, il gatto fa le fusa secondo una precisa metrica e miagola in rima.
        Joseph Green
      • Se fosse possibile dotare i gatti di ali, essi non si accontenterebbero di essere uccelli, sarebbero angeli.
        Dick Shawn
      • Che misteriosa ricetta conoscono i gatti per saper dosare in modo così perfetto dolcezza e crudeltà, timidezza ed aggressività, docilità e spirito selvaggio?
        Mary S. Emilson
      • Puoi tenere un cane, ma è il gatto che tiene le persone, perché i gatti trovano che gli esseri umani siano utili animali domestici.
        George Mikes
      • I gatti vanno sempre un po’ più in là dei limiti che noi, nella nostra cieca follia, vorremmo stabilire.
        Andrè Norton
      • Un gatto giocherellone, con le sue capriole e i suoi modi da tigre in miniatura, è mille volte più divertente di metà della gente con cui ci tocca vivere in questo mondo.
        Sydney Morgan
      • Guardando un gatto che lava un altro, non si è mai sicuri se si tratti di affetto, di gusto o di una prova di attacco alla giugulare.
        Helen Thompson
      • Quando i verdi occhi di un gatto scrutano dentro di voi potete essere certi che qualunque cosa intendano dirvi è la verità.
        Lillian Moore
      • Chi odia i gatti rispecchia uno spirito brutto, stupido, grossolano e bigotto.
        William S. Burroughs
      • Un essere umano ed un gatto si guardano negli occhi: nella penombra del crepuscolo, oppure al lume di candela. E subito si crea un’atmosfera di fiaba.
        Sergius Golowin
      • Un gatto è un gentiluomo: elegante nell’atteggiamento, dalle maniere squisite e con una passione per i combattimenti corpo a corpo, sfrenate storie d’amore, duelli al chiar di luna e canti di gioia. Il gatto è un nobile che dal suo personale domestico (il padrone umano) si aspetta un servizio inappuntabile. Il gatto conosce una gamma di invettive che farebbe impallidire un manovale.
        Pam Brown
      • Considerate le qualità, discrezione, affetto, pazienza, dignità e coraggio che i gatti possiedono: quanti di noi, vi chiedo, sarebbero in grado di essere un gatto?
        Fernand Méry
      • I gatti, come categoria, non hanno mai completamente superato il complesso di superiorità dovuto al fatto che, nell’antico Egitto, erano adorati come dei.
        Pelham Grenville Wodenhause
      • La cosa veramente grandiosa dei gatti è la loro infinita varietà. Uno può scegliere un gatto in base alla propria personalità, al proprio umore, al proprio carattere o lo può fare scegliendolo dal colore della pelliccia in modo che si adatti a qualsiasi tipo di decorazione. Ma sotto quel pelo morbido si trova ancora una degli spiriti più liberi del mondo. Un gatto è un gentiluomo.
        Eric Gurney
      • Voglio un gatto… Ne voglio uno subito. Se non mi è concesso avere i capelli lunghi e altre cose divertenti, posso però avere un gatto.
        Ernest Hemingway
      • I gatti e i non conformisti mi sembrano i soli esseri in questo mondo che abbiano una coscienza pratica e attiva.
        Jerome K. Jerome
    • (tratto da http://www.gattiandco.com/)

 

Domenica pomeriggio, uno splendido e caldo pomeriggio di sole; sfruttiamo il tempo per andare a fare una passeggiata a Saronno centro e andare a vedere il mercatino dei Fiori, allestito in Corso Italia, e la Fiera del Des, ovvero dell’Equo e Solidale, nei dintorni della Biblioteca e del Santuario (http://www.des.varese.it/index.php?option=com_content&view=article&id=115:alla-fiera-del-des-2011&catid=25:eventi-del-des).

Facciamo un bel giro, ci fermiamo ad uno dei banchetti nel parco per chiedere informazioni sui GAS, Gruppi di Acquisto Solidale (http://www.retegas.org/index.php) e decidiamo di iscriverci…Poi la sete ci riporta in centro, decidiamo di sederci ad un tavolino della nostra gelateria preferita, il Monti, e di prenderci una granita…Ci sediamo, finalmente possiamo riposarci dopo la lunga camminata…Rifletto e penso che stranamente non abbiamo ancora incontrato nessuna delle nostre conoscenze in giro…Manco a farlo apposta, vedo il mio compagno sbracciarsi e, poco dopo, capisco il perché: un suo amico, o dobbiamo chiamarlo compagno di merende, si sta avvicinando alla gelateria con la morosa…Guarda caso, anche loro sono venuti a prendersi un gelato…”Poco male” – penso io – “non ci si vede da un po’, magari è l’occasione per scambiarsi quattro parole…”. Ci vengono incontro, con sorriso a trentadue denti, fare baldanzoso ed entusiasta…Sembra quasi che si vogliano fermare lì con noi…Baci e abbracci, ovvero i soliti convenevoli del caso, conditi dalle solite frasi di circostanza: “Come sei dimagrita…”, “Che capelli lunghi che hai…”, “Oddio, quanto ti sono cresciuti i capelli…”.

Vabbé…Il mio compagno è felice di rivedere il suo “amico”, dopo tanto tempo, dopo che era da un po’ che non si faceva sentire…Si va avanti a parlare, inizialmente di futilità, come, ad esempio, del fatto che avrebbero voluto fare un giro in montagna quella mattina, ma la pigrizia (ma daiii!!!) ha avuto il sopravvento, quindi sono usciti di casa solo da poco…Noi, in realtà stiamo ad ascoltare, visto che non ci chiedono nulla di noi, evidentementemente a loro non interessa…Poi passiamo di palo in frasca, l’amico del mio compagno dice: “Ma sai che è morta la zia di un nostro amico…Setticemia!”; io mi informo sui dettagli, solite storiacce di mala-sanità. Ma dico?? Ci si conosce da una vita e ci si riduce a parlare di altra gente, relativamente a storie brutte…No comment!!!

Finito il racconto, i due si congedano, dicendo che vanno a prendere un gelato…Non passa loro neppure per la testa di fermarsi, magari sedersi al tavolo e, mentre consumano il loro gelato, magari continuare a scambiare quattro chiacchere con noi, visto che ci si vede sempre una volta ogni morte di papa…Guardo la faccia del mio compagno: per quanto lo nasconda bene, si capisce che gli dispiace, che questa freddezza e questo distacco del suo amico lo urtano, sebbene lui cerchi sempre di farsi scivolare le cose addosso… Addirittura i due, dopo avere preso il loro fottuto cono, se ne vanno, uscendo dall’altra parte per non passare davanti al nostro tavolo…

Io non ho davvero parole…Fosse stato un po’ di tempo fa, mi sarei stupita…Ora non mi stupisco più di niente…E’ proprio vero che da certe persone è meglio non aspettarsi niente…Simpatiche quanto vuoi ma davvero un po’ incoerenti…Come cazzo si fa, dopo tanto tempo senza vedersi, a parlare di un funerale?? Come cazzo si fa, dopo anni di minchiate, di vaccate, di uscite, di concerti, di sbronze, di vacanze in compagnia, trattare così un tuo amico?? Evidentemente la mia concezione di amicizia è diametralmente oppposta a quella di certa gente…Amicizia non è solo ubriacarsi insieme, fare cazzate, fare atti di vandalismo insieme, uscire con la cumpa, andare ai concerti insiemeAmicizia è ben altro!!! E’ un legame fatto di confidenza, di aiuto reciproco, di compassione, di felicità e dolore condivisi, di lealtà, senza ombra di opportunismo o rapporto d’uso (per la serie: se ci sei ci sei, se non ci sei AMEN!), è quella parola che resta quando sei solo, è chi ti accetta per quello che sei, anche se non ti uniformi al resto del gruppo, è franchezza, sincerità, dirsi le cose in faccia ma con modo, mandarsi anche a fare in culo, discutere della vita, continuare a vedersi anche quando ci si fidanza e molto altro…

Non so il perché di questo sfogo, del perché me la prendo così tanto per una questione che mi riguarda ma solo di striscio…Il fatto è che io mi immedesimo troppo nella gente, ho il vizio di soffrire a mia volta quando gli altri sono contrariati, soffrono o stanno male per qualcosa o qualcuno, piccoli o grandi che siano…

CERTA GENTE MEGLIO PERDERLA CHE TROVARLA…A MALINCUORE, TE NE RENDI CONTO CON L’ETA’…

 

 

 

Io ammiro i vigili del fuoco, che, per un misero stipendio, salvano la vita agli altri, rischiando loro stessi la vita, io ammiro i volontari o chi lavora sulle ambulanze, persone sempre pronte a correre, alle volte anche costrette a manovre impossibili in mezzo al traffico, per soccorrere la gente che sta male, vittima di terribili incidenti stradali o domestici, di un ictus, di un attaco cardiaco, di una tremenda caduta, di un attacco di panico e via dicendo…Io ammiro chi fa lavori pesanti, pericolosi o sottopagati, senza aver nemmeno diritto ad un contratto, e che non sa nemmeno cosa siano la tredicesima e la quattordicesima…Io ammiro i malati di malattie gravi, in fase terminale o conclamata, che lottano contro in dolore fisico e spirituale, alle volte anche quando sanno che sono già destinati a morire, io ammiro i bambini, che con la loro innocenza, spensieratezza, trasparenza ed immediatezza, non sono ancora corrotti dalle brutture di questo mondo, io ammiro chi vive con poco, chi si accontenta di quello che ha, chi spesso non ha soldi per mangiare e stringe i denti, chi paga regolarmente le tasse, chi non rinuncia alla propria onestà e dignità, chi vive di stenti ma mantiene la testa alta, chi non si vergogna della propria povertà, chi ha il coraggio di non drogarsi per dimenticare…Io ammiro chi si mette al servizio dei più deboli, rinunciando ad una vita agiata, e mettendosi sullo stesso piano dei poveri…Io ammiro i disabili con handicap fisici o mentali, che, con la loro dolcezza , distribuiscono affetto disenteressato e, nei problemi, come nei dolori, nelle pene e nelle difficoltà che la loro minorazione presenta loro davanti, riescono ancora a trovare l’entusiasmo nel vivere…Io ammiro chi sa dire di no, chi resta sincero, chi non si maschera di conformismo, chi è capace di non vergognarsi dei propri sentimenti e che li sa esternare con immediatezza e spontaneità…Io ammiro chi non si nasconde dalle proprie emozioni, chi vince una paura e chi, più semplicemente, la affronta, senza esserne del tutto schiacciato…Io ammiro chi non è raccomandato, chi riesce ad affermarsi grazie al proprio merito, alla propria voglia di fare, alle proprie idee…Io ammiro chi lotta per i propri ideali, per la propria libertà, per migliorare la propria situazione o condizione, chi rischia, anche a costo di fallire, chi tenta, chi si mette in gioco o in discussione…Io ammiro chi presta servizio alla comunità, senza lasciarsi corrompere da giochi di palazzo, dalle mafie, dalla sete di potere e di soldi…Io ammiro chi, a costo della vita, si rifiuta di pagare il pizzo, di entrare in associazioni a delinquere, di essere connivente con dinamiche malavitose, di essere omertoso…Io ammiro chi sa essere se stesso, senza aver vergogna della propria immagine o del proprio modo di essere…Io ammiro chi non rinuncia a lottare per quello in cui crede, chi accetta critiche costruttive e si fa scivolare addosso quelle inutili, chi resiste all’invidia ed alla cattiveria altrui, chi tiene spenta la tv e si aggiorna con la controinformazione…Chi non teme la morte ed è in grado di vincerla con serenità…Chi si accontenta e gode di un pasto semplice e genuino, chi sa convivere con la propria solitudine, chi non ha rimpianti e vive il presente, ricorda il passato, sogna il fututo…Io ammiro chi va controcorrente, chi vive da persona, chi non sarà solo un automa, chi si ribella e protesta per una giusta causa, chi aiuta chiunque sia in difficoltà e non si fa totalmente i fatti suoi…Io ammiro chi è curioso, chi non smette mai di imparare, chi studia perennemente, chi preferisce un buon libro ad un reality, chi scrive poesie, chi allieta gli animi con la propria musica, chi accetta una critica costruttiva, chi ha il coraggio di migliorarsi sempre, chi si mette talvolta in discussione, chi è pronto a sacrificarsi per coloro a cui tiene veramente…Io ammiro quell'”ordine pubblico”, sempre se ancora esiste, che non si asservisce allo Stato, che non si sottomette a logiche ed indottrinamenti post-fascisti di ritorno, chi fa il suo dovere ed è obbiettivo, chi non usa il manganello un paio di scarpe, chi effettivamente accorre al momento giusto e non inveisce sui pacifici o gli indifesi…Io ammiro chi non si ferma alle apparenze, chi non discrimina, chi sa ascoltare, chi non gira l’opinione a seconda del vento che tira, chi si oppone all’ingustizia, chi combatte la mafia a costo della vita, chi sta con i rifiutati, chi è tra quelli considerati sfigati, senza vestiti firmati, chi è brutto ma si piace, chi è sorridente e solare, chi vede quasi sempre il bicchiere mezzo pieno, chi riesce ad essere ottimista ed a vedere qualcosa di bello ed iluminato anche nella più buia e critica delle situazioni, chi è in grado di mettersi in discissione e non fa il saputello, chi è colto e non erudito, chi non segue le mode, chi ha voglia di agire, chi dona e si dona senza chiedere nulla in cambio, chi è generoso ed altruista, chi non odia il diverso, chi si diverte con poco, chi vive ogni giorno come se fosse l’ultimo, chi si organizza ma non segue sempre schemi preordinati…Chi mette la propria professione o il proprio al servizio della comunità (Medici senza Frontiere,  Ordini monastici in controtendenza e non bigotti), chi non giudica al primo sguardo, chi guarda la sostanza più che la forma, chi non si adegua agli stereotipi, chi rifiuta a conformarsi troppo, chi non rinuncia ad essere se stesso, chi combatte strenuamente l’ingiustizia, chi ha il coraggio di chiedere consiglio e chi di consigliare, chi si affida, confida e si confida, chi ha il coraggio di aprirsi a se stesso e agli altri, di mettere da parte l’orgoglio, di fare un pianto liberatorio, chi non si vergogna di soffrire e di essere sensibile, chi si accetta così com’è, chi non rimane chiuso in se stesso, chi rifiuta di lavare i panni sporchi in famiglia, chi odia l’omertà e combatte la falsità, chi sa assumersi le proprie responsabilità ed ammette i propri errori, chi ha la forza e la pazienza di aspettare, chi non vuole tutto e subito, chi ha ancora la forza di sperare che un mondo diverso sia ancora possibile…to be continued…

Calavino - Nel rione antico di Calavino, attorno alla roggia, la semplicità del Natale vissuto attraverso le occupazioni degli artigiani di 100 anni fa. - 06/01/2009 [Gianni Zotta]

La meglio gioventù…Uno tra i film che non deve mancare nella mia videoteca!!!
 
 
Marco Tullio Giordana: La meglio gioventù

CAST TECNICO ARTISTICO

Regia: Marco Tullio Giordana
Soggetto e Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli
Fotografia: Roberto Forza
Scenografia: Franco Ceraolo
Costumi: Elisabetta Montaldo
Montaggio: Roberto Missiroli
Prodotto da: Angelo Barbagallo
(Italia, 2003)
Durata: 366′
Distribuzione cinematografica: 01 distribition

PERSONAGGI E INTERPRETI

Nicola Carati: Luigi Lo Cascio
Matteo Carati: Alessio Boni
Adriana Carati: Adriana Asti
Giulia Monfalco: Sonia Bergamasco
Carlo Tommasi: Fabrizio Gifuni
Mirella Utano: Maya Sansa

Marco Tullio Giordana, autore di punta nel nuovo cinema italiano continua ad esercitare il proprio talento evidenziando una spiccata attitudine alla storiografia. Da “Pasolini – Un delitto italiano” al trionfo de “I cento passi”, il volitivo cineasta ha dimostrato di saper calare se stesso ed il pubblico nel clima degli anni che hanno segnato la sua formazione politica ed intellettuale: quei ’60 e ’70 raccontati lungo percorsi narrativi ove intreccia nello stesso quadro i crimini e le virtù della sua generazione, senza mai cedere alla tentazione di abbandonarsi ad un moralismo manierato.
Non fa eccezione “La meglio gioventù” (titolo di pasoliniana memoria), profilo lucido e disincantato di una famiglia attraverso quarant’anni di storia italiana, che segue – in ben sei ore di girato – la travagliata vicenda dei fratelli Nicola e Matteo Carati, a lungo uniti dagli stessi sogni sino al giorno in cui, entrambi delusi dall’esito di una causa personale, l’uno cercherà la propria strada tra il fervore dei movimenti giovanili, mentre l’altro, erudito ma bisognoso di ordine, entrerà nel corpo di polizia.
Da qui, il loro viaggio nella vita si arricchisce di volti e caratteri densi, d’immagini di donna in bilico tra la fragilità e l’ostinazione, riversando ogni personaggio nell’ampiezza dello scenario sociale che si muove sul loro sfondo, fino ad essere portato in primo piano.
Di tappa in tappa, questa direzione stilistica diviene l’obiettivo primario di Giordana, che passa scrupolosamente in rassegna gli eventi più significativi del nostro dopoguerra – dall’alluvione fiorentina a Tangentopoli, transitando sui moti rivoluzionari del ’68 ed il rapimento di Aldo Moro – con un registro asciutto ed esplicito, emancipato, ma prudente nella scelta di non rinunciare ai vincoli strutturali indispensabili per un film destinato alla televisione.
Spingendo lo sguardo oltre l’affastellamento di rappresentazioni storiche che si rincorrono durante tutta l’opera, ciò che ne resta è un fitto ricamo di emozioni: un coro di voci e di vissuti che è, al tempo stesso, il suggello di uno straordinario artista, meritevole di essere riconosciuto come il più impegnato affrescatore della sua epoca.
 
Un po’ di critica cinematografica…
 

  Forse la vita non è quella che avremmo voluto, ma il meglio della nostra gioventù resta, indelebile e incisivo. Non è facile liquidare in poche righe il tema portante del maxi-film di film precedente in archivio Marco Tullio Giordana film successivo in archivio (sei ore pensate per la televisione, insabbiate nei palinsesti RAI, arrivate infine sugli schermi cinematografici in virtù del premio a Cannes), ma ciò che resta impresso, “indelebile e incisivo”, è il flusso narrativo di magmatica complessità psicologica, di intenso afflato sentimentale, di circostanziata storicità socio-politica.
Pubblico e privato si compenetrano con naturalezza in La meglio gioventù, la fonte poetica del titolo (Pasolini) si rigenera in un intrigante melodramma familiare (Fassbinder). L’originalità della sceneggiatura sta anche nel peso drammaturgico affidato alla psichiatria (titolo alternativo “la meglio psichiatria”?) che il film “osa” proporre come chiave di lettura di un passaggio generazionale tormentato come quello dagli anni ’60 a oggi: il bisogno di ordine che porta al nichilismo, l’accettazione dell’incompiutezza e della casualità come via all’armonia esistenziale.
Si parte dal ’66 quando
Nicola Carati (Luigi Lo Cascio), giovane studente di medicina supera brillantemente un esame e si accinge al mitico viaggio verso il nord, col fratello Matteo (Alessio Boni) e gli amici Carlo (Fabrizio Giufini) e Berto. Ma la comitiva si sfalda prima ancora della partenza. Matteo e Nicola decidono di prendersi cura di Giorgia (Jasmine Trinca), una giovane dalla psiche disturbata, che Matteo ha conosciuto facendo volontariato in ospedale: quando questi scopre la brutalità dell’elettrochoc, la rapisce, ma il peregrinare con lei dei due fratelli non porta a nulla. Giorgia viene “ripresa” dalle istituzioni; Matteo, non più in animo di viaggiare, si arruola in polizia mentre Nicola, partito alfine da solo, arriva in Svezia, trova lavoro in una falegnameria, scopre l’esperienza di un vivere diverso, libero e alternativo. Quando però, alla televisione, vede le immagini dell’Arno che sommerge Firenze, torna subito in Italia…
È la struttura di La meglio gioventù: il pubblico che s’insinua nel privato, la vicenda personale che si evolve sugli stimoli dell’attualità civile. All’alluvione del ’67 fanno seguito altri eventi salienti: la rivolta studentesca, i lutti del terrorismo, la riforma manicomiale di Basaglia, la strage di Capaci, lo scandalo di tangentopoli. E i sussulti del presente si riflettono sincreticamente nella vita di Nicola e Matteo e dei loro parenti e amici; si rivelano in situazioni, relazioni, drammi che Giordana sa rendere cinema compiuto e coinvolgente. Primi piani che sublimano il linguaggio televisivo nell’intensità dei rapporti interpersonali, un dinamico senso dell’inquadratura che mentre mette a fuoco i protagonisti lascia crescere lo “sfondo”, essenziali pianisequenza, carrelli all’indietro di scorrevole dialettica narrativa, interpretazioni di memorabile, commossa verosimiglianza… Tra gli Animals (The House Of The Rising Sun) e Astor Piazzola (Oblivion), tra la sotterranea umanità torinese e la caotica familiarità della capitale, nel corso di circa quarant’anni, regia e sceneggiatura (Rulli e Petraglia) saturano, in una profonda emozione schermica, gioie e tragedie di uno stuolo di personaggi indimenticabili, calibratissimi intrecci tra la “piccola” e la “grande” storia: se nel fango di Firenze Nicola conosce la sua Giulia (Sonia Bergamasco), algida pianista, l’insana utopia della lotta armata la strappa inesorabilmente al suo affetto e a quello della figlioletta Sara; la carriera in magistratura della sorella Giovanna (Lidia Vitale) rende testimonianza della violenza mafiosa (omicidio Borsellino), l’alta carica in Banca d’Italia raggiunta da Carlo (nel frattempo sposato alla sorella minore FrancescaValentina Carnelutti) lo mette nel mirino delle BR, Vitale (Claudio Gioè), l’amico proletario, subisce il licenziamento FIAT, ma sa rifarsi una posizione con una sua impresa di costruzioni; Nicola, psichiatra affermato, ritrova Giorgia segregata, maltrattata, in una delle infami strutture pseudomediche della capitale.
Intanto
papà Carati (Andrea Tidona) è morto di tumore e mamma Adriana (Adriana Asti), professoressa impeccabile, tende a vivere in solitudine lo strazio dei suoi lutti. Sì, perché il fulcro, lacerante, di La meglio gioventù sta nel personaggio di Matteo che, dopo aver vissuto con sofferto rigore gli anni della rivolta giovanile (dalla parte delle forze dell’ordine), è sembrato approdare alla felicità nell’incontro con Mirella (Maya Sansa) bibliotecaria-fotografa. Ma per la sua personalità tormentata non c’è pace: la scena del suicidio è di incombente laconicità (quelle scarpe lasciate sul terrazzo), la sequenza del funerale, con quel groviglio di ombrelli scuri che “si apre” per lasciar passare la bara lucente, è un vero gioiello.
A tessere la trama di tutte le vicende resta comunque, sempre, la figura esemplare di Nicola: lo studente universitario intraprendente e aperto di vedute, il marito innamorato che, per salvarle la vita, consegna la moglie brigatista alla polizia, il padre premuroso che vive solo con la figlia, lo psichiatra basagliano amorevole coi pazienti ma incapace di percepire l’angoscia profonda del fratello, il figlio che non trascura la vecchiaia solinga della madre distrutta dal dolore, l’uomo dolce e fiducioso (“tutto quel che esiste è bello”) che riceve “in eredità” una donna che lo farà alfine felice, il cittadino che sa ancora scandalizzarsi di fronte alle ipocrisie e alle crudeltà di una società pigra e autoassolutoria, che pratica sempre più il cinismo e meno la solidarietà. La storia di Nicola (e de
La meglio gioventù) è racchiusa tra due dialoghi di emblematica efficacia: in apertura, durante l’esame all’università, il professore lo ammonisce “lasci questo paese… è un paese bello e inutile, da distruggere: tutto rimane uguale e immobile, in mano ai dinosauri”; nell’ultima parte quando, come psichiatra, si reca in carcere per assistere un arrestato di mani pulite questi sentenzia “è l’Italia che hanno fatto i nostri padri, mi creda” e Nicola ribatte “no, mio padre no, mi creda anche lei…”.

ezio leoni  –   MC magazine 7 agosto 2003    
[
La Difesa del Popolo18 dicembre 2003]          

 

Con aria e fattezze sognanti, vorrei dedicare questo post alla mia anima gemella, che forse ho trovato…Adesso sto solo aspettando di parlare col mio inconscio per avere una risposta più precisa alle mie domande e qualche soluzione ai miei dubbi, che da così tanto tempo mi fanno arrovellare in mille pensieri ed in mille elucubrazioni…

All’anima gemella (forse un folle…)

Questo è dedicato al Nelson che c’è in me, alla mia parte maschile, al mio uomo ideale e speculare…

 

 

Ai miei amici: Matteo, Silligan, Daniela, Sara, Ale, Sara

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Un altro giorno importante
Così la sterlina è scesa e i bambini fanno storie
L’altra metà se ne è andata
Prendendosi tutti i soldi e lasciandoti nei casini
Hai un dolore al petto
Dottori in sciopero ciò che ti serve è riposo
Non è facile amare
ma hai degli amici su cui contare
Gli amici sono amici
Quando hai bisogno d’amore loro ti danno cura e attenzione
Gli amici sono amici
Quando hai chiuso con la vita
e tutta la speranza è persa
Stendi la mano perché gli amici sono amici fino alla fine
Ora è un bel giorno
Il postino ha portato una lettera del tuo amore
Lontano solo una telefonata
Hai provato a rintracciarlo ma qualcuno ha rubato il suo numero
In realtà
Ti stai abituando alla vita senza lui con te
E’ così facile amare
perchè hai degli amici su cui contare
Gli amici sono amici
Quando hai bisogno d’amore loro ti danno cura e attenzione
Gli amici sono amici
Quando hai chiuso con la vita
e tutta la speranza è persa
Stendi la mano perché gli amici sono amici fino alla fine
E’ così facile amare
perchè hai degli amici su cui contare
Gli amici sono amici
Quando hai bisogno d’amore loro ti danno cura e attenzione
Gli amici sono amici
Quando hai chiuso con la vita
e tutta la speranza è persa
Stendi la mano perché gli amici sono amici fino alla fine
Gli amici sono amici
Quando hai bisogno d’amore loro ti danno cura e attenzione
Gli amici sono amici
Quando hai chiuso con la vita
e tutta la speranza è persa
Stendi la mano perché fino alla fine
Gli amici saranno amici